Quante volte, negli ultimi anni, vi è capitato di sentir dire “l’azienda x è stata delocalizzata in una nazione estera”? Sicuramente spesso.

Questo perché, da un po’ di tempo, moltissime aziende, italiane e non, sono state delocalizzate in altre parti del mondo trasferendo, completamente, la loro produzione. La motivazione? L’analizziamo tra le righe che seguono!

Delocalizzare un’azienda: cosa significa?

Iniziamo dalle basi. Che cosa si intende per “delocalizzare un’azienda“? Indicato anche con il termine “offshoring“, in economia questo termine sta ad indicare il trasferimento della parte produttiva di una azienda in un luogo diverso. Molto spesso, lontanissimo.

Se vi state chiedendo il perché di questa scelta, la risposta è molto semplice e quasi scontata. La mano d’opera, in Paesi come Cina ed India, costa quasi nulla rispetto a quella italiana, per cui, all’azienda, conviene molto di più trasferirsi altrove. E’ un investimento che, negli anni, ripaga piuttosto bene.

Ma tutto ciò, non coivolge solo i lavori manuali. Pensiamo ad esempio ai call center. Quante volte vi sarà capitato di sentirvi rispondere “l’operatore risponde dall’Albania, piuttosto che Romania”? Tantissime volte! Soprattutto quando si parla delle compagnie telefoniche.

Perché una azienda decide di delocalizzare la propria produzione all’estero?

Abbiamo detto, che il costo del lavoro è molto minore rispetto a quello che abbiamo qui, in Italia. Ma, in realtà, ci sono almeno altri due motivi validi per una azienda. Ve li sveliamo subito!

Anzitutto, in alcune nazioni, “portare lì” la propria produzione, conviene! Esistono degli incentivi nazionali che, permettono all’impresa, di ottenere vantaggi non da poco.

Facciamo un esempio concreto per essere maggiormente chiari e prendiamo in esame la Bulgaria. La Bulgheria, ad oggi, è la nazione dove più conviene investire.

Perché? Lì esistono delle normative particolari che annullano completamente l’imposta sul reddito della società e, come se già questo non bastasse, esistono anche delle zone franche dove non si manifesta l’applicazione dell’IVA (Valore Imposta Aggiunto).

Vi sembra poco?

Ma attenzione, gli incentivi possono manifestarsi anche semplicemente da regione italiana a regione, non accade solo per l’estero.

L’altra ragione è puramente organizzativa e logistica. Esiste la possibilità di mantenere una parte di produzione nel Paese d’origine o nella regione d’origine e, staccare, una parte per poi collocarla da un’altra parte.

Delocalizzazione di una azienda: molte sono le competenze richieste

Bisogna però, fare anche una puntualizzazione. Si, i lati positivi – a livello economico – sono parecchi però, va detto che non sono tutte rose e fiori. L’azienda in questione dovrà studiare una riorganizzazione della gestione dei rischi aziendali e degli appositi programmi assicurativi internazionali.

Sarà anche necessario agire in conformità con le diverse leggi locali del Paese ospitante, ovviamente. Non dimentichiamoci inoltre, della capacità amministrativa per gestire un programma internazionale.

Bisogna mettere in conto anche possibili rischi per quanto riguarda le filiali e l’organizzazione per quanto concerne la governance aziendale.

Delocalizzazione: effetti per chi perde la produzione e per chi la riceve

Delocalizzare un’azienda significa far bene da una parte e far male dall’altra. E’ invitabile che sia così. La nazione che perde la parte produttiva di una azienda rimarrà orfana di tantissimi posti di lavoro ma va a perdere anche competitività strutturale. Il tessuto economico e sociale rimarrà traumatizzato senza ombra di dubbio.

Quando un paese è industrializzato i giovamenti che ne trae, sono tantissimi.

D’altra parte, il Paese che riceverà la delocalizzazione, avrà una grande svolta. Nuovi posti di lavoro, competitività a livello industriale e produttivo, un’economia più florida e una maggiore circolazione di denaro e ovviamente, una ricchezza generale maggiore.

Delocalizzazione e proposta di Legge

Il Ministro del Lavoro Orlando e la Viciministra dello Sviluppo Todde stanno lavorando ad un decreto su ispirazione del modello francese.

Le norme inserite nella Legge di Stabilità del 2014, e successivamente nel Decreto Dignità del 2018, si sono rivelate fallimentari. Ora, il Governo Draghi, sta cercando di trovare una soluzione che vada bene un po’ per tutti: lo scopo è quello di contrastare la delocalizzazioni produttive.

Delocalizzazione e sindacati

I sindacati sono completamente contrari alla delocalizzazione e si stanno battendo al fianco degli operai con l’obbiettivo di riuscire a mantenere i posti di lavoro. Perdere una azienda è un danno enorme per tutti, soprattutto in un momento storico come questo.