Numerosi gli obblighi cui deve assolvere un lavoratore: rispettare gli orari concordati, sottoporsi a regolari visite mediche, svolgere il proprio incarico con serietà e professionalità. Questi sono solo alcune delle attività che ogni lavoratore deve eseguire quotidianamente, nell’arco della sua vita professionale.
Ma anche le aziende sono tenute a rispettare determinati vincoli. In particolare, uno dei più importanti di tutti riguarda la sorveglianza sanitaria obbligatoria. Chi sono i lavoratori che le imprese devono “controllare” a livello sanitario? Scopriamo di più in questo articolo.
Sorveglianza sanitaria obbligatoria: chi sono i soggetti interessati
Il D.lgs 81 determina l’obbligo, per tutte le imprese italiane, di sottoporre i propri dipendenti a un continuo piano di sorveglianza sanitaria obbligatoria. Ciò vale per tutti i lavoratori e per quei soggetti che, prestando un servizio, svolgono delle attività che riguardano direttamente l’organizzazione dell’azienda.
In particolare, la sorveglianza sanitaria obbligatoria riguarda:
- tutti i lavoratori, a prescindere dal tipo di contratto formulato con l’azienda;
- i soggetti che beneficiano di un tirocinio formativo o di orientamento professionale;
- gli allievi degli istituti universitari e di istruzione;
- i partecipanti a corsi di formazione professionali;
- i soci lavoratori di società o di cooperative;
- i soggetti impiegati durante lavori socialmente utili.
Categorie di lavoratori sensibili
In particolare, la sorveglianza sanitaria obbligatoria deve essere continua e specifica nei riguardi dei lavoratori che appartengono a categorie sensibili. Ovvero, quei lavoratori che operano all’interno di contesti rischiosi, sia a livello chimico che fisico.
Ma cos’è la sorveglianza sanitaria obbligatoria, cosa comprende e come deve essere applicata all’interno di un contesto aziendale? Leggi l’approfondimento dedicato alla tematica, a questo link.